Origine della curva di intervento
Il concetto di curva di intervento è nato nel mondo IEC e viene utilizzato per classificare gli interruttori a microcircuito (B, C, D, K e Z) dalle norme IEC.Lo standard definisce i limiti inferiore e superiore per i viaggi, ma i produttori hanno la flessibilità di determinare le specifiche precise all'interno di queste soglie che potrebbero causare il viaggio dei loro prodotti.I diagrammi di intervento mostrano le zone di tolleranza in cui il produttore può impostare i punti di intervento del proprio interruttore.
Curva di intervento dell'interruttore
Le caratteristiche e le applicazioni di ciascuna curva, dalla più sensibile alla meno sensibile, sono:
Z: intervento a 2-3 volte la corrente nominale, adatto per applicazioni altamente sensibili come apparecchiature a semiconduttore
B: intervento a 3-5 volte la corrente nominale
C: intervento a 5-10 volte la corrente nominale, adatto per corrente di spunto media
K: intervento da 10 a 14 volte la corrente nominale, adatto per carichi con elevata corrente di spunto, utilizzato principalmente per motori e trasformatori
D: intervento a 10-20 volte la corrente nominale, adatto per correnti di avviamento elevate
Esaminando il grafico “Confronto di tutte le curve di intervento IEC”, è possibile notare che correnti più elevate innescano interventi più rapidi.
La capacità di resistere alla corrente impulsiva è una considerazione importante nella scelta delle curve di intervento.Alcuni carichi, in particolare motori e trasformatori, subiscono cambiamenti transitori di corrente, noti come corrente impulsiva, quando i contatti sono chiusi.Dispositivi di protezione più rapidi, come le curve b-trip, riconoscerebbero questo afflusso come un guasto e accenderebbero il circuito.Per questi tipi di carichi, le curve di intervento con punti di intervento magnetici elevati (D o K) possono “passare” attraverso l'afflusso di corrente istantaneo, proteggendo il circuito da falsi interventi